Ciao e benvenutə!
Questa è Banana Pressata, la rassegna stampa sul fumetto di Le Sabbie di Marte, a cura di Banana Oil. Se non ti piace solo leggere i fumetti ma ti piace anche leggere di fumetti questo è il posto giusto per scoprire cose nuove e/o tenersi sul pezzo.
Questo è il terzo dispaccio e io mi sento particolarmente polemico.

Dall’Italia
Il 21 marzo è uscita l’ultima puntata della rubrica che Tonio Troiani tiene su Fumettologica. Si intitola Manifesto per una possibile estinzione della critica.
Che la critica fumettistica in Italia non se la passi bene è un fatto, quindi bene che Troiani l’abbia sottolineato anche per chi sta al di fuori da quei circoli in cui ‘sta cosa la si dice da un bel pezzo. Però. Lo scritto ha ottenuto un certo plauso, quindi vale la pena dire due cose. Parte del motivo per cui la critica è esile e funziona poco è dovuta all’impossibilità – strutturale, cognitiva, culturale o di comodo – non di abbracciare ma di stimolare e promuovere la complessità. E non è dicendo “basta i rapporti con gli uffici stampa”, “basta dire che sono tutti capolavori”, “basta sovrapproduzione”, “basta raccontare la trama e aggiungere bei disegni”, “basta gli amichetti” che si abbraccia anzi si stimola e si promuove la complessità. Le radici per cui questo pezzo è, a mio modo di vedere, sbagliato sono le stesse per cui la “critica” che il pezzo critica non è vera critica. Ché a stare a ripetere ovvietà trite e ritrite son buoni tutti.
Ah. E non chiamiamo “manifesti” cose che non lo sono. Chiamiamo le cose col loro nome.
Segnalo (non solo, ma in buona parte) perché mi ha fatto mega ridere questo pezzo/intervista uscito su Il Libraio dal titolo ““Oggi è cambiato il modo in cui si pensa alle librerie”: apre la nuova Mondadori di Milano Duomo”. Lo strillone d’apertura recita: “Oggi è cambiato il modo in cui si pensa alle librerie. In quelle di nuova concezione, di dimensioni più ridotte, il libro è al centro”. Ohhhhhhhhh. Finalmente arrivano queste librerie di nuova concezione, in cui al centro c’è il libro.
Quando abbiamo smesso di ridere per le librerie di nuova concezione che vendono finalmente libri possiamo concentrarci sul fatto che quella frase lì non è solo comica ma anche attualissima. E possiamo piangere un po’.
Ah, e ovviamente non manca la chiosa sul valore insostituibile del librario che ha “un ruolo importante nel mondo del libro non replicabile da nessun algoritmo”. Che è un po’ quella cosa che se fosse vera non ci sarebbe bisogno di ripeterla così tanto, no?*
Se anche la tua fumetteria non è come “le librerie di ultima generazione che hanno al centro il libro”; se però anche tu quando hai visto i Funko Pop! di FLCL c’hai fatto un pensierino… Insomma, se anche tu ti chiedi com’è che siamo arrivatə a questo punto, su Fumettologica Andrea Fontana ripercorre la storia dei Funko Pop!.
Questo lo lascio semplicemente qui, senza commentare, sottolineando però un passaggio chiave (soprattutto a seguito di tutta una serie di cose che hanno travalicato di recente i confini francesi per arrivare fino a noi): “le persone non vogliono semplicemente creare, ma guadagnarsi da vivere creando”.
Su FrizziFrizzi, una bella intervista a Riccardo Falcinelli. Si parla di grafica, di copertine, di come è meglio lavorarci, di con chi lavorare e con chi no. Con qualche slancio laterale interessante (tipo: “la copertina serve anche a costruire un oggetto per abbellire delle case: pochi lo tengono in considerazione, ma se il libro è un oggetto allora la grafica editoriale è anche una forma di arredamento”).
Su Link – Idee per la tv, Laura Fontana parla di BookToker con Alberto Gelsumini di Mondadori e con Ilenia Zodiaco, book influencer. È un articolo un po’ da boomer, a partire dagli strilloni (“Le classifiche di vendita dei libri, abituate a numeri risicati, sembrano arrendersi all’assalto dei successi, più o meno recenti, che si sviluppano sul social dei balletti. Cerchiamo di capirne di più”) ma, se non hai mai sentito parlare di Dio di Illusioni e quindi non sai ancora che vuoi ristrutturare lo studio con mogano e candelabri, vale la pena farsi un’idea.
Dall’estero
Sul Comics Journal, la recensione di SPA di Erik Svetoft, giusto per prepararci all’ormai spero imminente edizione italiana di questo fumetto assurdo vero.
Sempre dal Comics Journal, una recensione di 17-21, la raccolta di racconti giovanili di Tatsuki Fujimoto pubblicata in Italia da Star Comics. Nel frattempo, The Gutter Review, Sam Moore riflette a lungo su Aula alla deriva di Kazuo Umezz {https://www.thegutterreview.com/song-of-innocence-death-of-childhood-the-drifting-classroom-and-coming-of-age-horror/}, focalizzandosi sul mix di generi horror/romanzo di formazione. E ancora, su Solrad, Ayla Marsden si dedica a Helter Skelter di Kyoko Okazaki {https://solrad.co/liberation-through-the-abject-in-kyoko-okazakis-helter-skelter-by-ayla-marsden}. Giusto per tornare al discorso sulla critica che si faceva e fare qualche esempio buono da cui, magari, prendere spunto (lo dico a me stesso in primis).
Come ormai ben noto, di là dell’Atlantico sta succedendo tutto un casino con i fumetti messi al bando dalle biblioteche scolastiche. Qui un panel organizzato dalla San Francisco State University per fare un po’ il punto sul fumetto nel sistema educativo.
Se ti piacciono le liste e vuoi recuperare Grant Morrison, il Comics Beat ha stilato la top10 dei fumetti di Morrison. Evitare come se fosse radioattiva la sua run di Batman, il resto ci sta.
Su Big Think si riportano questioni neurologiche legate alla lettura. Nello specifico, il fatto misurabile che leggere fiction attiva determinate zone del cervello correlate all’esperienza diretta. E quindi leggere di qualcuno è un po’ esperire le esperienze di quel qualcuno.
Ora. La cosa in sé è interessante sul piano scientifico e rafforza l’idea che il punto della letteratura sia uscire da te, non ritrovartici immancabilmente (magari in cerca di consolazione). Però occhio che un conto è dire “la letteratura fa questo” e un altro è dire “la letteratura serve a questo”. Se torniamo un’interpretazione utilitaristica della lettura, che è la scappatoia facile per rispondere all’immancabile “perché mai dovrei leggere?”, stiamo tornando indietro, mica andando avanti.
Una bella intervista a Ana Penyas sul suo spettacolare We’re all just fine, da poco uscito per Fantagraphics. “Femminismo e memoria collettiva sono concetti correlati; entrambi si concentrano su ciò che è tradizionalmente stato ignorato, mal rappresentato e svalutato dalla Storia con la S maiuscola. I silenzi, le espressioni facciali, le faccende domestiche, i lavori di cura…”.
Il sindacato degli autori Image muove i suoi primi passi ufficiali e discute l’immediato futuro.
L’ultimo episodio di Mangasplaining, podcast di chiacchiere sul fumetto giapponese nonché podcast con il miglior titolo di sempre, è dedicato al primo volume di Buonanotte, Punpun. Può essere un buon modo per scoprire (o riscoprire) uno dei manga più rilevanti degli ultimi vent’anni.
Chiudo infine con un pezzo accademico che definirei di filosofia della morale. Si intitola “The weight of the world” e si chiede quali sarebbero gli obblighi morali di Superman. Prendere abbastanza sul serio le opere di finzione da poterci farci dei ragionamenti sul mondo vero, tanto in termini descrittivi quanto di interpretazione, è già di per sé operazione nobile. In questo caso poi si legge pure facile, per cui vale la pena fare lo sforzo.
*Faccio una precisazione che sennò qua so che si aprono le porte dell’inferno. Di libraie e librai competenti ce n’è quanti se ne vuole. Di incompetenti pure. Però ogni volta che sento il piagnisteo anti-Amazon di cui sopra mi si chiude la vena, soprattutto se viene da quelle voci che prima hanno trasformato la libreria in un supermercato e poi si lamentano che qualcuno ha fatto un supermercato più efficiente del loro. Ché voglio dire. Mettiamola su un piano di concorrenza, di capitalismo. Non c’è manco più la guerra degli sconti, se si continua a comprare su Amazon invece che alla libreria di quartiere o l’acquirente è semplicemente stronzə oppure tutto sto valore aggiunto del libraio non si capisce dove sta. [Tra l’altro ‘sta cosa è doppiamente vera nel contesto fumetto. Sfida ufficiale ad entrare in una libreria di catena tipo e convincermi che il lavoro fatto da librai e libraie sul fumetto non è sostituibile da un algoritmo.]
Matteo Gaspari