Ciao e benvenutə!
Questa è Banana Pressata, la rassegna stampa sul fumetto di Le Sabbie di Marte, a cura di Banana Oil.
In pratica funziona così: ogni due settimane, una selezione degli articoli più interessanti (di fumetto ma mica solo!) che sono usciti, in italiano o in inglese. Se non ti piace solo leggere i fumetti ma ti piace anche leggere di fumetti – e se sei su Le Sabbie di Marte immagino di sì – questo è il posto giusto per scoprire cose nuove e/o tenersi sul pezzo.

Dall’Italia
Allora, è stato poco fa il centenario della nascita di Jacovitti, uno degli autori al contempo più importanti e meno ristampati della Storia del fumetto italiano e non solo. Su Doppiozero ne ha scritto un bel ritratto Francesco Memo, mentre Rai News gli ha dedicato uno specialino invitando il sempre magistrale Alberto Pellegrini . Se poi vista l’occasione vuoi approfondire, è sempre disponibile per Coconino il bel libro curato da Hamelin uscito in occasione della mostra a BilBOlbul 2017.
Sono state annunciate le nomination ai premi Micheluzzi. Al di là delle solite cose che sappiamo sui premi di fumetto e del loro (non?) funzionamento, è una selezione più curiosa del solito, che contiene qualche chicca inaspettata. Vale a dire che ci sono, come probabilmente giusto, i soliti equilibri e le dovute attenzioni, i grandi assenti e i big titles ovvissimi, ma pure qualche outsider che tradisce uno sguardo molto più attento di quanto mi sarei aspettato. Bene.
Non mi pronuncio su speranze e aspettative tranne questa: se non vince Miglior Serie Italiana Eternity mi sa che passerò un brutto quarto d’ora.
Su Il Tascabile, Carlo Mazza Galanti propone una interessante riflessione su tutto un filone cinematografico, che associa ai concetti di borghesia occidentale e nichilismo estetizzato. Lascio poi a te decidere se sei d’accordo oppure no ma al contempo la butto lì – non solo perché prima si parlava di Eternity – sarebbe interessante guardare alla produzione fumettistica sotto questa lente qua. Chissà cosa ne viene fuori.
Su Link – Idee per la tv, una bella riflessione di Dottor Pira sull’umorismo nella contemporanea società digitale.
LRNZ, sul canale Twitch de Il Sole 24 Ore, parla con Luca Tremolada di intelligenze artificiali, di copyright e di tutte le questioni che dicevamo nel dispaccio scorso. Al solito, LRNZ molto sul pezzo.
Studio RAM lancia uno store online di font pensati appositamente per il fumetto, l’unico italiano. Le licenze base per i font prodotti da RAM sono abbastanza economiche ma non è tanto quello il punto. Il punto è che il lettering è una faccenda troppo spesso trascurata sia nella produzione che nella traduzione di fumetti. Per cui sono molto contento che ci sia un tool come questo, fatto di font professionali fatti da professionisti (e quindi giustamente a pagamento), fosse anche solo per rimarcare l’importanza della cosa.
Dall’estero
Ne parlavamo qualche riga fa, nell’ultimo dispaccio (e in ogni altro momento degli ultimi mesi), le intelligenze artificiali e nello specifico gli algoritmi TTI hanno scatenato un piccolo terremoto nel mondo della creatività. Ma la faccenda AI non si limita al “è arte se a farla è il computer?” e si spinge, ovviamente, più in là. Una delle questioni più rilevanti in questo senso, per ora più sul piano teorico che pratico ma il tempo scorre tic tac tic tac tic tac, è quella relativa alle AGI: Artificial General Intelligences (enfasi su general), cioè intelligenze artificiali che pensano per davvero, con tutto quello che ne consegue. Qui uno statement abbastanza sfrontato di OpenAI a riguardo, mentre qui la puntuale (come al solito) riflessione di LRNZ su detto statement. Se ti interessano la questione AGI e più nello specifico i problemi di sicurezza correlati, ti consiglio il canale Youtube di Robert Miles, utile per scoprire quant’è profonda la tana del Bianconiglio.
Sempre in tema intelligenze artificiali, Business Insider riporta un po’ di dichiarazioni di Steven Spielberg e Noam Chomsky, che messi assieme avranno duemila anni. Ammetto che non sono andato a vedere i contributi originali, qui estrapolati, ma i miei due pezzi preferiti dell’articolo sono quando Spielberg dice: a) “Amo ogni cosa che è creata non da un computer, ma dagli esseri umani” (enfasi su “ogni cosa”. Sicuro sicuro?) e b) (parafraso) che l’anima è ineffabile e non può essere creata da un algoritmo, pertanto perderla a causa dell’algoritmo lo terrorizza (fantastico).
Se n’è parlato un po’ dappertutto, ma ti lascio qui le news del Comics Beat e del Washington Post: Daniel Clowes sta facendo un fumetto nuovo. Si intitola Monica e tutti si stanno strappando già i capelli.
A noi forse tocca poco ma dovrebbe comunque interessarci ben più di quanto non lo faccia: il mercato del fumetto negli Stati Uniti sta traballando da un bel po’, con l’ingresso a gamba tesa di Penguin/Random House nella distribuzione che ha dato una bella spallata dallo storico distributore (quasi monopolistico) Diamond. Per far fronte all’emorragia di clienti, Diamond risponde tagliando le spese di spedizione, con una lettera del fondatore Steve Geppi che a tratti ricorda di brutto quel video di College Humor sul fondatore di Skype. Qui il commento alla notizia di Brandon Schatz Danica LeBlanc, non chiama benissimo.
Sempre dagli States, ma le cose si stanno muovendo anche qua con (ma troppo spesso senza) i dovuti distinguo, un aggiornamento sul sindacalismo degli autori e delle autrici di fumetto.
L’immancabile Natsume Fusanosuke, che questo giro ci delizia sul Comics Journal con un long read sulle sequenze di allenamento e sulla rappresentazione dei corpi nel manga. Originariamente pubblicato più di dieci anni fa, questo pezzo è una bomba vera: si va dagli albori del manga contemporaneo e si arriva a Yamaguchi Takayuki. Imperdibile.
Se cerchi qualcosa di più accademico, qui puoi trovare gli atti di un convegno intitolato Sugar, Spice, and the Not So Nice, sottotitolo: “Comics Picturing Girlhood”.
Matteo Gaspari