BANANA PRESSATA – Dispaccio 7

Ciao e benvenutə!

Questa è Banana Pressata, la rassegna stampa sul fumetto di Le Sabbie di Marte, a cura di Banana Oil. Se non ti piace solo leggere i fumetti ma ti piace anche leggere di fumetti questo è il posto giusto per scoprire cose nuove e/o tenersi sul pezzo.

È un dispaccio un po’ triste, questo, ma che ci vuoi fare. Ogni tanto va così.


© Chris Reynolds

Ormai è passato un po’ ma mi sento comunque di aprire con questa triste – tristissima – notizia. Il 4 maggio è morto all’età di 62 anni Chris Reynolds. Non sono solito accodarmi ai coccodrilli, ma Reynolds è un autore a cui sono particolarmente legato umanamente e professionalmente. Un autore supremamente interessante che, dopo anni di dimenticatoio, aveva visto il suo lavoro finalmente riscoperto e riconosciuto. E niente. Mi dispiace un casino.

Dall’Italia

Ok, ormai lo sanno anche i sassi. Susanna Tamaro al Salone del Libro ha fatto la sua sparata suggerendo che ci sono libri migliori di Verga per far apprezzare a scuola la letteratura. Che poi, quei libri migliori, sarebbero i suoi (cosa che già da sé dovrebbe derubricare il commento da riflessione sulla letteratura a scuola a mossa di autopromozione un po’ patetica).

Ma, da quel commento sono scaturiti dei ragionamenti, magari interessanti, sul senso e i modi con cui si portano i libri in classe. Sai mai che da ‘na sparata a caso non nasca qualcosa di buono, un ragionamento strutturale e profondo sul senso del leggere e sulle pratiche per stimolare l’attitudine alla letteratura. Te ne lascio uno.

Su Fumettologica, Marco Andreoletti parla di Bartkira. Di cui non sapevo nulla e che sembra una bomba.

Su Lucy, un fumetto inedito del vate de Le Sabbie di Marte Miguel Angel Valdivia. Si intitola Un sogno bellissimo e dovresti proprio leggerlo. Lo trovi qui.

E sempre rimanendo in tema Lucy, mi sa che non ti ho mai consigliato di ascoltare Fare un fuoco, un nuovo podcast di Nicola Lagioia in cui si racconta di “come le storie continuano ad accendere la nostra immaginazione”. Lo faccio ora prendendo come spunto una puntata che mi sembra, oltre che bellissima, cardinale per la riflessione sulla complessità che porta avanti. Si intitola L’antidoto al pregiudizio di John Keats, e vale ben più della troppo corta mezzoretta che dura.

Ma torniamo al fumetto. Su Lo spazio bianco trovi una bella intervista a un autore di cui si parla forse troppo poco spesso: Maurizio Rosenzweig.

È poi partito il preorder per questa roba mattissima che si chiama Nove Maghi, realizzato in co-produzione con quei tipi mattissimi e fichissimi di Frankenstein Magazine. Vedremo poi che direzione prenderà il collettivo che nasce con questo volume. Per adesso godiamoci questo mash up strambissimo. Molto hype.

Prendendo il la dalla recente pubblicazione di Evol, nuovo manga di Atsushi Kaneko, Ali Rafael Matar propone su Fumettologica una serie di glossario, un breviario di voci per iniziare ad esplorare uno dei mangaka più interessanti del panorama contemporaneo. Se non hai mai letto nulla di Kaneko (male!) è tempo di rimediare.

Dall’estero

È successo un bel casino agli Eisner Awards, culminato con il ritiro di Thomas Wooddruff dal palmares. Ne hanno parlato un po’ tutti, qui il Comics Beat e qui Fumettologica. In sostanza. Le svariate nomination al suo ultimo fumetto, Francis Rothbart!: The Tale of a Fastidious Feral, pubblicato da Fantagraphics, hanno scaturito una serie di accuse di appropriazione culturale e sguardo colonialista. La cosa si è poi allargata e sono spuntate diverse testimonianze che sembrano indicare come Woodruff, in quanto insegnante, sia una persona un po’ meh (a leggerle mi sono immaginato una roba tipo J.K. Simmons di Whiplash).

Non entro nel merito della questione ché il fumetto non l’ho letto e onestamente mi ispira poco. Mi sento però di sottolineare che sono due argomenti molto diversi, sui quali sarebbe il caso di riflettere (e nel caso agire) in maniera diversa. “È un fumetto razzista” è un argomento, “è una persona di merda” è un altro argomento. Magari poi sono veri entrambi eh, non ne ho idea, però stiamo attentə a non mischiare pere e patate che non fa bene né alle pere né alle patate né, soprattutto, alle mele (che in questa sghemba metafora vorrebbero rappresentare la parte sana dell’industria).

È in uscita (o forse è già uscito?) il nuovo numero del Comics Journal, quello di carta con le pagine e tutto il resto. La cover story è una mega intervista di Gary Groth ad Annie Koyama, che è una delle figure più interessanti dell’editoria a fumetti del mondo. Il Comics Journal, quello online con i link e tutto il resto, ne propone un estratto. Imperdibile.

Continua il terremoto che, ormai da un bel pezzo, imperversa nella distribuzione del fumetto in USA. Dopo il passaggio di Marvel a Penguin/Random House, è il turno di Image Comics che abbandona il gigante ormai claudicante Diamond. Che tutto questo porti a una pluralità distributiva in stile libero mercato, con conseguente (se crediamo al Capitalismo) miglioramento del servizio, non è ancora dato saperlo. Quale sarà il futuro di Diamond pure è poco chiaro. Una cosa però mi pare sempre più evidente: e cioè che un modello per la distribuzione basato su un monopolio di fatto funziona solo fintantoché tutti gli attori sono d’accordo a farlo funzionare.

Se i manga sono (o almeno sono percepiti) come una cosa grossa, non dobbiamo dimenticare che la vera cosa grossa sono i webtoon. Matteo Stefanelli ce lo ricorda sempre e fa bene: questi fumetti nativi per lettura su telefono sono in un’espansione inarrestabile e, anche se in Italia siamo un po’ indietro, si confermano ogni giorno la “next big thing” del fumetto. Talmente big che perfino i grandi editori di manga ci si lanciano. Ecco qui, quindi, che Shueisha lancia la sua piattaforma di webtoon.

Avevamo parlato qualche dispaccio fa di DSTLRY, nuova casa editrice creator-owned non nel senso che autrici e autori mantengono i diritti delle proprie opere ma proprio nel senso che sono i proprietari della baracca. Breve aggiornamento: DSTLRY goes international sigla un accordo con Delcourt per le edizioni francesi dei propri fumetti.

Abbiamo aperto con una brutta notizia, chiudiamo pure con una brutta notizia. Il Comics Journal riporta che è morto Evheny Osievsky. Aveva scritto qualche tempo fa un pezzo interessante sull’immaginario atomico di Watchmen che avevo segnalato quando ancora questa rassegna arrivava via newsletter. È passato un po’.

Osievsky era ucraino ed è morto al fronte. Il fatto che scrivesse di fumetti me lo fa sentire vicino e mi ricorda quanto certe cose siano molto vicine. È facile dimenticarcene.

Matteo Gaspari

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